Vuoi presentare il tuo libro? Ecco come non fare!

 

Titolo forte è? Ebbene, per scrivere questo pezzo prendo spunto da un episodio accaduto recentemente (molto recentemente).

Si sa, l'Italia è un paese di santi, poeti navigatori e scrittori. Tutti scrivono. Chiunque ha un romanzo nel cassetto che non aspetta altro che essere mandato alle stampe ottenendo milioni di vendite e traduzioni in tutto il mondo. Peccato che la realtà sia ben diversa. Per chi scrive di professione (e fidatevi, difficilmente fa solo quello) le cose non sono affatto semplici. Emergere è complesso, piazzare qualche migliaio di copie è già un risultato enorme e i compensi, comunque andrà, saranno bassi rispetto l'immenso lavoro che c'è dietro. Non dico che non si possa fare il botto in assoluto. Dico solo che è facile quanto tirare le punizioni alla Roberto Carlos. Ah, ovviamente parlo di opere pubblicate con editori veri, non certo con quelli a pagamento (che prevedono clausole contrattuali del tipo: compenso per la pubblicazione, acquisto copie, cessione dei diritti, flagellazione dell'autore, etc).

Ieri sono stato a presentare i libri di PraticaMente in una meravigliosa libreria storica. Al termine io e Cristiano, come al solito, ci siamo fermati per scambiare due chiacchiere con i presenti, che è sempre piacevole e fa parte dell'attività di promozione. Uno degli avventori (che chiameremo Mister Esse e abbrevieremo in MS, come le sigarette da giocatori d'azzardo pensionati) mi si è avvicinato chiedendomi se poteva presentare il suo libro nella mia realtà, Pascal.

Un-attimo-un-attimo-un-attimo. Dobbiamo fare un passo indietro.

Durante l'incontro, tentando di rompere il ghiaccio, abbiamo domandato cosa avesse spinto le persone a partecipare.

MS ha risposto: "Sono qui per caso" (che è gratificante tam quam spolverarsi i testicoli di talco mentolato).

Al termine del dibattito MS non ha chiesto nulla e non ha interagito in nessun modo se non con l'affermazione di cui sopra.

MS, sia chiaro, non ha acquistato né Una vita ad arte, nè Sono cotto di te.

MS si è semplicemente, sfacciatamente, brutalmente, solo preoccupato del SUO libro (edito da una casa insignificante).

Ho perso del tempo con lui, gentilmente, spiegando che la mia libreria fa tante attività tra le quali le presentazioni ma sono solo una parte, e la scelta ricade su autori piuttosto noti, pubblicati da editrici decenti e che sappiano gestire una presentazione. E che trattiamo pochissima poesia mentre ciò che proponeva rientrava in quel genere. Ha capito, ma mi ha comunque regalato l'opera (che vabbé, fa sempre piacere). Ora, io non ce l'ho con MS. É uno come tutti, nel senso che ragiona come generalmente si pensa sia corretto: vado là, lo conosco, parlo di me, del mio progetto, gli do il libro, lui lo leggerà, gli piacerà perché ho faticato parecchio per farlo, mi farà fare la presentazione, ci sarà pieno, venderò almeno 100 copie, diventerò famoso, un sacco di passera mi svolazzerà attorno perché l'intellettuale tira assai, Mondadori si accorgerà di me, acquisterà i diritti, farà una tiratura di 1.000.000 di copie del mio capolavoro che andrà bruciato in una settimana e sarò ricco. Il punto è che non accadrà niente di così roseo.

Sapete perché? Perchè, per prima cosa, bisogna cominciare a curare le relazioni!

Certo, sono un libraio e posso tornare utile a chi scrive. Nel contesto di ieri, però, ero in veste di autore. Non significa che non puoi domandare nulla riguardo il mio lavoro in libreria ma interessati a me, a quello che faccio, alla mia realtà e al mio modo di vedere. Almeno un minimo, quel tanto che basta per capire se possiamo entrare in connessione o meno. Un buon modo è leggere i miei libri.  Non è un discorso di narcisismo. Ragazzi come MS non ci ricavano nulla dalla scrittura. Nada de nada. Non sono scribacchini che si devono smazzare come pazzi per guadagnare, girando in un lungo e in largo a portare i loro lavori a conoscenza delle persone. Sono appassionati (casi positivi) oppure vanitosi (casi negativi). Nella mia libreria, ogni settimana, puntuali come la morte, si presentano pseudo-letterati che hanno pubblicato con "Mai Sentito Edizioni" di Pizzighettone (quando va bene, altrimenti con EAP come Albatros oppure in Print-on-demand), fiduciosi di ottenere uno spazio per parlare del loro capolavoro. Ho imparato a riconoscerli appena entrano. Infatti se ne fottono altamente della libreria, incalzano a testa bassa come arieti venendo dritti-dritti al banco, estraggono il tomo e recitano una tiritera che ormai mando a memoria: "Salve, sono Pinco Pallo. Ho scritto questo libro e chiedevo se potessi presentarlo qui."

Pinco Pallo, però, non ha mai messo piede in libreria prima, non vi ha mai acquistato nulla, non conosce la proposta editoriale, non sa che linea segua Pascal, ignora il tipo di attività che si svolgono o non vi ha mai partecipato, non ha letto nessun libro di PraticaMente nè "La generazione dopo", non è nemmeno iscritto alla pagina social.

Ecco la seconda grande questione: cominciare a curare interesse!

Volete fare gli scrittori con risultati (forse) dignitosi, ad esempio riuscendo a presentare decentemente il vostro libro in un luogo consono? Iniziate a leggere tanto, a porvi criticamente, a frequentare le librerie, a conoscerle, a partecipare alle loro inziative, a rispettare il lavoro altrui compreso quello degli autori più esperti (ragazzi, lo faccio pure io è!).

In principio mi prestavo a lunghe, cortesissime, risposte nei confronti dei Pinco Pallo.

Ultimamente dico solo: "Scusa, ho a disposizione migliai di libri di scrittori bravi, pubblicati da editori bravi, che devo vendere e non ho neancora aperto. Perché dovrei leggere proprio il tuo?" 

 

A PROPOSITO, NON HAI ANCORA LETTO "LA GENERAZIONE DOPO - STORIA TRAGICOMICA DI UN RAGAZZO CHE HA APERTO UNA LIBRERIA"? RIMEDIA SUBITO ESEGUENDO IL DOWNLOAD GRATUTITO QUI