Speta 'cabò, che chiariam due cose sugli scrittori

 

 

 

“Oh Mattia, ce l'hai con chi scrive!

Sei sempre qua a prendertela con gli scrittori, con quelli che pagano, con quelli che pubblicano venti romanzi in due anni, con quelli che si stampan le copie in internet.”

 

No-no-no! Io mica ce l'ho con chi scrive.

Scrivere è stupendo. É bellissimo. É nobile. É un bisogno perché a ogni persona è necessaria la creatività.

É che, vaccacane, la mia è un'opinione di chi con la letteratura ci deve campare!

 

Allora voglio dire delle cose, poche.

Sì, lasciatemele dire e magari fatevi su un ragionamento.

Non siate d'accordo per forza, ma statele ad ascoltare (o meglio: leggete)

 

Se scrivi un libro (che poi cos'è un libro?) speri, sii sincero, che finisca sullo scaffale di una libreria.

E una libreria ha tanti libri. Tanti libri scritti da autori tanto importanti.

Gente come Svevo, Woolf, Calvino, Stoker, Lovecraft, Tolkien, Kafka, Joyce, Carver, Poe, De Luca, i primi che mi vengono in mente.

Non ti fa un pochino impressione finirci a fianco? Cioè, metti che il tuo libro vada in parte a “Stoner” di Williams. Te la senti? Lo reggi il confronto (anche solo fisico, di sistemazione su uno scaffale), il peso di star di vicino, anzi, attaccato-attaccato, a un capolavoro simile?

Oh, non è che dico che se non fai roba del livello di Stoner non devi scrivere, o che non sei capace di cavar qualcosa di buono, o che non potrai mai azzardarti a pubblicare! La mia è una domanda semplice, sciocca forse: te la sentiresti?

 

Se leggi un libro no, uno che ti ha colpito per la grafica o la quarta di copertina, e poi apri e dici “Oh ma... Ho anche pagato per sta roba?”  ti arrabbi. Fare i libri mica è facile.

Tu lo sai come si fanno i libri? Guarda che mica si scrive un file su word, gli si da un paio di lette e poi via a stampare. Per fare bene i libri ci vuole tempo, capacità, competenza e tante persone che collaborino tra loro. Fare i libri è complesso. Tu sai cosa ci vuole per fare bene un libro? Anzi, per dirla meglio: tu sai quanta fatica costa fare un buon libro?

 

Se “pubblichi” pagando una “casa editrice” svariati euro non ti viene il sospetto che sia una fregatura? Io non ho mai sentito un metalmeccanico dire: “Senta Signor Capo, vorrei darle duemila euro per poter lavorare. Le va?”. “Ah, ma io mica ho pagato è! Mi han detto solo che dovevo comprare duecento copie a prezzo ridotto che posso vendere da solo!”  ribattono in molti. Io c'ho una libreria, e neppure del più grande best seller ho mai ordinato quantità simili.“É, ma in Italia, se vuoi pubblicare, devi essere raccomandato, devi avere le conoscenze, funziona così!”  lamentano altrettanti. Una casa editrice è un'impresa che investe e coi libri tenta di guadagnare. Paga i dipendenti e paga pure gli autori. Che senso ha pubblicare un raccomandato se non è buono a scrivere? Ma “Dio-bò”, non è più logico che lo assumano in qualche ufficio, così resta nascosto e nessuno lo sa, piuttosto che dare in giro un'opera squallida?

 

Perché devi pubblicare a tutti i costi? Lo sai che in Italia, ogni anno, vengono lanciati migliaia e migliaia di titoli nuovi? E lo sai che di libri se ne vendon pochi? E lo sai che l'editoria, per tutta una serie di motivi, è un mercato nel quale il consumatore (che si chiama lettore) ha delle informazioni imprecise e dunque fa fatica a scegliere con criterio, premiando sempre i più bravi? E lo sai che se paghi duemila euro per pubblicare, quella “casa editrice” ha già guadagnato e dunque non spenderà un centesimo per sistemare il testo, mentre normalmente ci si passa giorni e giorni sopra per tentare di costruire un libro godibile, e questo il lettore non può saperlo perché non esiste alcuna legge che costringa a chiarire “libro fatto a pagamento”,“libro fatto come si deve”? ('speta 'caboia che tiro il fiato!) E lo sai che diventare famosi scrivendo è probabile quanto fare sei al superenalotto? E lo sai che tutti scrivon libri ma nessuno gira film semplicemente perché “carta e penna” costan niente, mentre per una cinepresa ti tocca far le rate?

E lo sai che magari sei bravo\a ma non abbastanza?

 

Al centro dei libri chi ci vanno: gli autori o i lettori? I libri son fatti per essere letti, non solo per essere scritti. Fattene una ragione, se pubblichi son più importante loro che te, altrimenti il tuo lavoro “venduto” non avrebbe senso. Se si scrive, sempre, lo si deve fare anche un pochino per gli altri, è un gesto altruistico. L'egoismo è inutile, come direbbe George Saunders.

 

Oh ragazzi, mica voglio dire: “fate a meno di scrivere”.

Ci mancherebbe altro!

Scrivere è stupendo. É bellissimo. É nobile. É un bisogno perché a ogni persona è necessaria la creatività.

É che, vaccacane, la mia è un'opinione di chi con la letteratura ci deve campare e magari, dico magari, qualcosa ne capisco!

 

Ah, ultima domanda: ma voi che scrivete, i libri li leggete?

 

 

 

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